Recensione: “Il potere delle parole” di Arianna Rosa

Ben ritrovati amici distopici!

Oggi vi parlerò de “Il potere delle parole“, primo volume de “La trilogia del Potere“, un romanzo che mi è capitato tra le mani per sbaglio e che ho letto in tre giorni.

TRAMA

In un futuro post-apocalittico, l’umanità è riuscita a sopravvivere ai disastri naturali che l’avevano portata sull’orlo dell’estinzione, imparando dagli errori fatti e perfezionando ogni forma di tecnologia affinché sostituisse le risorse non rinnovabili del pianeta. I superstiti vivono nel rispetto totale dell’ambiente, e la Natura, a sua volta, è cambiata, si è unita di più all’uomo, sono diventati l’uno la conseguenza dell’altra. I danni recati alla Terra si riflettono più direttamente sul clima e sulla vita, scatenando le forze distruttive della Natura qualora se ne abusasse di nuovo. 
Ma non è solo il clima ad aver subito dei profondi cambiamenti. All’interno di una realtà ipertecnologica, dominata da tablet e macchine autosufficienti, Audrey scopre di avere un potere legato ai vecchi libri, alla carta, a qualcosa che ormai è diventato obsoleto: tutto ciò che scrive a mano diventa reale. I genitori, entrambi scienziati in diversi campi, comprendono in fretta che un potere del genere va tenuto nascosto, lontano da occhi indiscreti, ma soprattutto al sicuro dai governi per i quali lavorano. Un’operazione che si rivelerà più difficile e complicata del previsto, poiché i suoi genitori verranno rapiti e Audrey, nell’insano tentativo di liberarli, dovrà collaborare con una società segreta, i Katari, il cui obiettivo primario è impedire ai potenti del mondo di utilizzare la straordinaria evoluzione della tecnologia per assoggettare la Natura.

RECENSIONE

Come accennato all’inizio questo romanzo mi è capitato tra le mani per sbaglio e, terrorizzato dalla Boss che mi ha “umanamente” intimato di sbrigarmi a leggerlo, l’ho finito in tre giorni.

Nonostante la trama ufficiale dia molto peso al taglio solarpunk e distopico dell’ambientazione nel romanzo non ci sono molti riferimenti di genere, solo qualche allusione a fare da sfondo alle vicende. Anche il livello tecnologico descritto non è molto lontano dal nostro, sembrerebbe quasi che dopo il Passaggio l’umanità abbia smesso di evolversi concentrandosi unicamente sulla salvaguardia del pianeta.

Su questo sfondo, in una Roma distante e intangibile, si svolgono le vicende narrate in prima persona da Audrey. Una ragazza di ventitré anni che sembra avere più paranoie che attimi di normalità, la persona sbagliata per nascere con un potere unico in grado di modificare la realtà.

La persona peggiore per essere coinvolta in un intrigo internazionale tra fazioni secolari.

Il romanzo è interessante, e ammetto con una lacrimuccia che parte della mia reticenza è dovuta alla mia età molto fuori target, i dialoghi sono in linea con i personaggi e il ritmo narrativo non risente troppo dei descrittivi. Non so se sia stato etichettato come YA o semplicemente scritto dall’autrice per avere un taglio molto giovanile, non mi sono informato prima di leggerlo, ma ci sono stati momenti in cui faticavo a comprendere gli sbalzi d’umore e gli psicodrammi della protagonista. Ai miei occhi assottigliati dalle rughe sembrava di avere a che fare con una ragazzina di tredici anni e non una donna di ventitrè.

Trattandosi di una trilogia, già completamente scritta, suppongo che sia una scelta voluta dall’autrice per mostrare la crescita della protagonista attraverso l’intera saga. In gioco c’è molto, c’è la sopravvivenza della razza umana e la paura di un nuovo Passaggio capace di portarla di nuovo sul baratro dell’estinzione.

Arianna Rosa ha scritto un racconto a metà tra il post apocalittico e il surreale, un ibrido difficile da accettare, che mi sento di suggerire a coloro che amano storie introspettive dove la connessione emotiva con la narratrice è parte integrante della storia. Piccoli colpi di scena, tradimenti e un pizzico d’ironia condiscono la narrazione, rendendola più leggera di molti titoli che affrontano l’estinzione umana come tema portante. Non è perfetto, ma nessun libro lo è…

A presto.

Delos

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