Recensione: “Il guaritore” di Damiano Leone.

TRAMA

In una notte della Gerusalemme di duemila anni fa, una figura veglia il cadavere di un condannato. Una scena abbastanza usuale per l’epoca, ma così non è. Quell’uomo, nudo e inerme, è Mark Sacks, proviene dal nostro tempo e deve portare a termine il compito più straordinario mai affidato a un singolo individuo: perché il corpo vegliato potrebbe essere quello di un uomo passato alla storia con il nome di Gesù di Nazareth. Le cose però non vanno come le alte sfere vaticane auspicavano e Jeshua, così verrà chiamato l’uomo giunto nella nostra epoca, si rivelerà un personaggio contraddittorio. Completamente privo di memoria, nonostante abbia il fisico e l’indole di un guerriero piuttosto che del profeta illuminato, si rivelerà capace di sensazionali guarigioni. Proprio a causa di queste doti diviene oggetto di accese dispute tra i poteri economici, politici e religiosi. Il soggetto di tante attenzioni non ci sta. Lo dimostrerà riuscendo a evadere dal centro ricerche in cui è stato segregato per poi giungere a Roma. Nella Città Eterna dovrà affrontare un nemico che serve il Male e che non esiterà a seminare terrore e distruzione nel cuore stesso della cristianità.

RECENSIONE

Il guaritore, edito da Gabriele Capelli Editore, non è propriamente un distopico. Per fortuna siamo una redazione di vedute ampie e che non ama le categorizzazioni. Se c’è una realtà in cui non vorremmo vivere, o se i potenti seguissero regole nascoste diverse da quelle che impongono al popolo, per noi è un testo che merita di essere proposto.

La storia si svolge in un futuro non troppo lontano, una proiezione del nostro presente in cui la tecnologia medica attira gli interessi del Vaticano. Mark Sachs è un giovane scienziato dal sangue freddo, l’uomo prescelto per portare a termine una missione unica nel suo genere: confermare l’esistenza di Dio.

Partendo da questo incipit si sviluppa una trama che ha diverse chiavi di lettura. C’è la parte di romanzo puro, fatto di colpi di scena e di suspense per il ribaltamento degli equilibri mondiali e per i giochi di potere che ne emergeranno. E c’è la parte più filosofica, più emozionale, che scava nell’interiorità del lettore, che analizza i concetti di “bene” e “male” con un pizzico di filosofia facilmente comprensibile.

L’ambientazione futuristica è un escamotage narrativo, che serve ad allontanare di qualche anno uno sviluppo che potrebbe toccare nel vivo molto del nostro presente. Il romanzo non ha quasi nulla di fantascientifico, non nel senso più romantico del termine. La storia potrebbe che viene presentata potrebbe svolgersi tranquillamente al giorno d’oggi o nel 1980 senza perdere il significato nascosto tra le righe.

Il guaritore non è un testo dal ritmo serrato, l’abbondanza di descrittivi e le parti necessarie a far trapelare alcuni ragionamenti chiave richiedono dei tempi narrativi più lenti. I dialoghi sono ben strutturati e i personaggi riescono a emergere con chiarezza all’interno della storia.

Il testo mi è piaciuto, ma non posso dire che mi abbia convinto completamente. In buona parte è un problema che nasce dal mio gusto di lettore, non amo lunghi descrittivi e nemmeno una sovrabbondanza di particolari puntuali. Alcune delle conclusioni religiose/filosofiche potrebbero essere dibattute a lungo, ma devo ammettere che ogni parte è stata affrontata con molto rispetto verso la sacralità delle vere religioni. Mai, almeno è quello che ho percepito io, viene puntato il dito contro chi crede e mai l’autore si è fatto beffa del credo.

Damiano Leone lascia il lettore con qualche spunto di riflessione e molte domande su cui interrogarsi.

A presto.

Delos

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