Intervista con l’Intelligenza Artificiale sulla Fantascienza

Sui social ne abbiamo parlato spesso, della Fantascienza, della sua definizione. Di come sia arrivato il momento di allargare (se non abbattere) i confini di genere. E di come sia necessario far comprendere a tutti gli appassionati come la fantascienza non si sia fermata agli anni d’oro ma si sia evoluta fino alle innumerevoli pubblicazioni moderne.

Argomenti da sempre dibattuti nei gruppi di settore, così come tra semplici lettori e addetti ai lavori. Ma la chiacchierata che abbiamo voluto fare oggi è quanto più oggettiva possibile e scevra da qualsiasi preconcetto o gusto personale. Perchè il nostro “interlocutore” non è un lettore. Non è un autore. E non è un editore. A dirla tutta, non è nemmeno un essere umano. Si tratta infatti dell’ormai famosa Intelligenza Artificiale di OpenAI, che sempre di più sta modificando la nostra percezione in merito e si presta ora a un dialogo approfondito e, come vedremo, anche estremamente interessante.

Due chiacchiere con la AI sulla fantascienza: le etichette

Uno dei primi problemi quando si parla di fantascienza, è che la sua stessa definizione non è oggettiva per tutti. Ce ne sono diverse possibili, formulate da esperti di settore e autori nel corso del tempo. Praticamente ogni lettore e appassionato ha una sua personalissima visione di cosa comprendere e cosa no all’interno del genere.

La nostra AI ha in merito una visione piuttosto classica e condivisibile su cosa sia la “Fantascienza”:

La fantascienza è un genere letterario che si basa sull’immaginazione e la speculazione su come il futuro potrebbe essere influenzato dalle scienze, dalle tecnologie e dalle scoperte scientifiche. Spesso comprende elementi quali viaggi interstellari, incontri con esseri extraterrestri e mondi futuristici immaginari. La fantascienza può anche trattare temi filosofici e sociali attraverso l’utilizzo di questi elementi immaginari.

Il mio appunto a riguardo è che sia necessario specificare come non si tratti solo di tecnologia, ma riguardi anche tutte le tematiche di scienze sociali.

La fantascienza non è limitata solo a temi tecnologici o spaziali, ma può includere anche una ampia varietà di temi e sottogeneri. Ad esempio, la distopia è un sottogenere della fantascienza che descrive un mondo immaginario in cui le condizioni di vita sono terribili a causa di una società oppressive o di un’apocalisse.

Altri sottogeneri della fantascienza includono la fantascienza cyberpunk, che si concentra sull’impatto delle tecnologie avanzate sulla società e sulla cultura, e la fantascienza post-apocalittica, che esplora le conseguenze di un’apocalisse globale. Inoltre, la fantascienza può anche affrontare temi filosofici e sociali attraverso l’utilizzo di elementi immaginari. In altre parole, il range delle tematiche della fantascienza è molto ampio e può includere praticamente qualsiasi argomento che si possa immaginare.

E su quest’ultima affermazione, non possiamo che essere completamente d’accordo, tendendo a essere quanto più inclusivi possibili. Soprattutto oggi che in molti romanzi questa distinzione di genere è spesso sovrapposta, confusa, mischiata. Difficile catalogarli sotto etichette precise.

Sì, è vero che molti romanzi di fantascienza includono elementi di più sottogeneri e spesso si prestano a diverse interpretazioni. Questo può rendere difficile assegnare loro un’etichetta precisa e può anche creare confusione per i lettori che cercano di capire di cosa tratta un determinato romanzo.

Una possibile soluzione potrebbe essere quella di utilizzare etichette più ampie e meno specifiche per descrivere i romanzi. Ad esempio, invece di etichettare un romanzo come “fantascienza distopica”, si potrebbe semplicemente usare l’etichetta “fantascienza” e lasciare che i lettori scoprano da soli gli elementi distopici del romanzo.

Inoltre, si potrebbero utilizzare etichette più descrittive che includano più dettagli sui temi trattati nel romanzo. Ad esempio, invece di etichettare un romanzo come “fantascienza”, si potrebbe usare l’etichetta “fantascienza con temi di intelligenza artificiale e colonizzazione spaziale”.

Infine, si potrebbe anche considerare l’idea di eliminare del tutto le etichette di genere e lasciare che i lettori scoprano i romanzi attraverso sinossi o recensioni più dettagliate che descrivono i temi trattati nel libro.

In ogni caso, è importante ricordare che le etichette di genere sono solo un modo per aiutare a organizzare i libri e a farli trovare più facilmente dai lettori. Alla fine, ciò che conta è che i lettori trovino libri che li appassionino e che soddisfino le loro esigenze di lettura.

La nostra AI mette giustamente in rilievo la necessità di utilizzare etichette più ampie, o addirittura di eliminarle del tutto (almeno per quanto riguarda i lettori), riportandole al loro “uso” originario, che è semplicemente quello di organizzare i libri sugli scaffali, non complicargli la vita. E chissà che non sia finalmente il momento di abbandonare il termine “fantascienza”, ormai percepito in maniera sempre più limitativa da un vasto pubblico di lettori.

Sono d’accordo con te nel senso che il termine “fantascienza” viene spesso associato a una particolare gamma di argomenti, anche se in realtà il genere può includere molti altri temi. Se stai cercando un nuovo nome per il genere, alcune opzioni potrebbero essere:

  • Scienza speculativa: questo termine sottolinea l’elemento di speculazione presente nella fantascienza, ovvero la capacità di immaginare come il futuro potrebbe essere influenzato dalle scienze e dalle tecnologie.
  • Futurismo: questo termine si riferisce all’immaginazione del futuro e potrebbe essere adatto per descrivere il genere della fantascienza.
  • Speculazione scientifica: come per “scienza speculativa”, questo termine mette l’accento sull’aspetto speculativo della fantascienza e su come essa utilizza le scienze e le tecnologie per immaginare il futuro.
  • Immaginazione scientifica: questo termine sottolinea il modo in cui la fantascienza utilizza l’immaginazione per speculare su come le scienze e le tecnologie potrebbero influire sul futuro.

Idee forse non troppo applicabili (nè originali), ma che rendono bene la necessità di trovare nuove nomenclature dissociate dalle comune e ormai limitanti percezioni sul genere. Dei nuovi lettori, così come di quelli più datati, che però hanno un altro “problema” probabilmente, quello di non apprezzare le nuove letture (e a volte di non considerarle nemmeno).

La nuova fantascienza

Uno dei motivi di discussione soprattutto sui social, è una diffusa percezione da parte dei lettori più datati che la “vera” fantascienza si finita dopo l’epoca d’oro. Questo gruppo di lettori fatica a trovare qualcosa di decente tra le pubblicazioni più moderne, arrivando spesso a escludere del tutto le nuove uscite dal loro radar. In una spirale in cui meno si conosce, meno si apprezza. Anche su questo la AI ha una sua “opinione” precisa.

Ci sono diverse ragioni per cui alcune persone potrebbero pensare che la migliore fantascienza sia quella pubblicata in passato. Una possibile spiegazione è che la percezione del valore di un’opera può cambiare nel tempo e ciò che era considerato innovativo o importante in passato potrebbe non essere più visto allo stesso modo oggi. Inoltre, la fantascienza è un genere in continuo mutamento e ciò che era considerato “futuristico” in passato potrebbe non esserlo più oggi a causa dei progressi della scienza e della tecnologia.

Un altro fattore potrebbe essere il fenomeno della “nostalgia”, ovvero il desiderio di ricordare il passato come migliore di come era in realtà. Alcune persone potrebbero ricordare con affetto i romanzi di fantascienza che hanno letto in gioventù e tendere a sopravvalutarne la qualità rispetto a quella dei romanzi di fantascienza pubblicati oggi.

Infine, è anche possibile che alcune persone non siano a conoscenza dei nuovi romanzi di fantascienza pubblicati oggi e continuino a leggere solo quelli pubblicati in passato. Ci sono così tanti romanzi di fantascienza pubblicati ogni anno che può essere difficile tenere il passo con tutti e c’è sempre il rischio di perdere qualcosa di interessante.

In ogni caso, non credo che si possa affermare che oggi non si pubblichino più romanzi di fantascienza di qualità. Ci sono molti autori di fantascienza talentuosi che pubblicano opere di alta qualità e sono sicuro che anche in futuro continueremo a vedere romanzi di fantascienza di livello elevato.

E proprio la difficoltà nell’orientarsi tra la miriade di nuove uscite potrebbe essere uno dei problemi da affrontare. Visto che anche l’uso dei social, che sono forse lo strumento più utile per reperire informazioni utili, sta diventando complicato in mezzo a critiche sommarie e giudizi sempre più polarizzati e tranchant.

Sì, può essere difficile orientarsi tra la quantità di nuove pubblicazioni e le opinioni sui social media possono essere polarizzate e spesso non molto utili. Ci sono diverse ragioni per cui le critiche e i giudizi sui social media possono essere così estremi.

Innanzitutto, le persone spesso tendono ad esprimere le loro opinioni in modo più forte e deciso sui social media rispetto a quello che farebbero di persona. Questo può portare a una maggiore polarizzazione delle opinioni e a una minore moderazione.

Inoltre, sui social media le persone spesso hanno meno opportunità di discutere e scambiare idee con gli altri, il che può portare a una maggiore intransigenza nelle opinioni espresse.

Infine, sui social media le persone spesso si sentono più anonime e protette dall’essere dietro uno schermo, il che può portare a un maggiore disinibizione e a una maggiore propensione a esprimere opinioni forti e radicali.

Tutto ciò può rendere difficile fare una critica più oggettiva e moderata delle opere lette sui social media. Tuttavia, ci sono ancora molti luoghi dove è possibile trovare recensioni e critiche più equilibrate e oggettive, come ad esempio riviste specializzate, siti web di recensioni di libri e forum dedicati alla lettura.

E su questo, noi di LeggereDistopico e FantascienzaOggi ne abbiamo fatto una sorta di “Mission”, tanto da essere il sito con il maggior numero di recensione di genere del settore.

Fantascienza: un genere di “nicchia”?

C’è un altro luogo comune che è ormai radicato paradossalmente proprio tra i più appassionati del genere, convinti sempre di più di appartenere a una “nicchia” per pochi eletti. La Fantascienza in realtà è uno dei generi più diffusi da un punto di vista prettamente di seguito, come dimostrano i numeri riferiti a film e serie tv. Diciamo delle due, che è più difficile trovare lettori di puro genere, ma non è detto che dipenda dal fatto che non interessi. Che ne pensa la AI in merito?

È vero che la fantascienza è spesso considerata un genere di nicchia rispetto ad altri generi letterari, come ad esempio il romance o il mystery. Tuttavia, ci sono molti appassionati di fantascienza che leggono e apprezzano questo genere e ci sono anche molti autori di fantascienza di talento che pubblicano opere di alta qualità.

Un possibile motivo per cui la fantascienza potrebbe essere considerata un genere di nicchia è che molti romanzi di fantascienza trattano temi complessi e spesso richiedono un certo livello di conoscenza scientifica o tecnologica per essere compresi appieno. Questo può rendere la fantascienza meno accessibile a un pubblico più ampio rispetto ad altri generi letterari.

Inoltre, anche se molti film e serie televisive di fantascienza sono molto popolari, ciò non significa necessariamente che ci sia un’altrettanto grande domanda di romanzi di fantascienza. Ci sono molti fattori che influiscono sulla popolarità di un genere letterario e il successo di un film o di una serie televisiva non sempre si traduce in un aumento della domanda di libri del genere.

Infine, è importante notare che la percezione di un genere come di nicchia può variare da un paese all’altro e da una cultura all’altra. Ad esempio, la fantascienza potrebbe essere considerata un genere più popolare in alcuni paesi rispetto ad altri.

In generale ci siamo quasi sempre trovati concordi con quanto detto dalla AI in questa breve chiacchierata. Certo non ha tirato fuori particolari perle da ricordare, ma di nuovo abbiamo potuto verificare la sua capacità di esprimere il tutto con concetti molto chiari e semplici da capire. E la semplicità non è forse la base stessa dell’intelligenza?

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