Recensione DARK serie tv

Dark, disponibile su Netflix, è una serie di tre stagioni (26 episodi in tutto) che ruota attorno a una piccola cittadina tedesca in cui il tempo e lo spazio si sono fusi in un loop.

TRAMA

Winden, 2019. La scomparsa di due bambini in una città tedesca e le conseguenti ricerche porteranno alla luce misteri e oscuri segreti che questa piccola cittadina nasconde, rivelando i rapporti e il passato di quattro famiglie che vi abitano e attorno alle quali ruotano le vicende: i Kahnwald, i Nielsen, i Doppler e i Tiedemann. Nella misteriosa cittadina di Winden, dopo la scomparsa di un ragazzo, la polizia esegue le indagini riguardanti la sparizione, fino a quando non accadono strani fenomeni, come la morte inspiegabile di numerosi uccelli e impulsi elettrici che fanno saltare la corrente nella cittadina. Inoltre alcune persone si ricordano come 33 anni prima successe la stessa cosa alla famiglia Nielsen, quando Mads Nielsen scomparve misteriosamente a soli 13 anni, senza lasciare tracce.

RECENSIONE

Recensire una serie come DARK senza fare spoiler è molto complicato, ma farò del mio meglio.

Winden è una piccola cittadina della campagna tedesca che vive all’ombra di una centrale nucleare. Un luogo tranquillo, in cui si conoscono tutti e in cui ci si illude che non esistano segreti. Un’oasi di pace che già dalle prime puntate inizia a sgretolarsi come un castello di sabbia.

Segreti, morti misteriose, sparizioni e bugie decennali minano la tranquillità cittadina. Adulti, ragazzi e bambini vengono travolti dall’onda di ansia che sommerge Winden. E quando scompare Mikkel Nielsen, figlio del capo della polizia, la ruota degli eventi inizia a correre sempre più veloce.

Seppur all’inizio DARK assomigli a un mystery con sfumature alla Beautiful, nel giro di una manciata di episodi emerge il taglio fantascientifico dell’opera e la sua complessità narrativa. L’intera serie si basa sul principio di Principio di autoconsistenza di Novikov, un teorema ipotizzato a metà degli anni ottanta dal fisico russo per risolvere i paradossi temporali. Il principio, detto molto semplicemente, afferma che è impossibile cambiare il passato. Viaggiare dal futuro per modificare il passato non impedirà all’evento di avverarsi, anzi, sarà proprio l’intervento del viaggiatore del futuro a far sì che l’evento si verifichi. Una spiegazione “semplificata” al famoso Paradosso del nonno e alle implicazioni del loop temporale che ne consegue.

Ovviamente, non è così semplice, altrimenti non avrei detto che l’opera è complessa.

All’interno della serie troviamo molti riferimenti accurati a teorie quantistiche. Sarebbe troppo lungo spiegarle o citarle tutte, vi segnalo solamente il Paradosso bootstrap, che ricopre un ruolo fondamentale all’interno degli eventi. In pratica, se un oggetto (che potrebbe essere un oggetto fisico, un’informazione o una persona) viene inviato al passato, la ricezione di tale oggetto innesca una serie di eventi che alla fine portano a un futuro in cui lo stesso oggetto viene rimandato indietro nel tempo. Ovvero, l’oggetto non proviene da nessuna parte. Esiste perché è sempre esistito.

Questi concetti, che possono sembrare complessi, all’interno di DARK vengono utilizzati con intelligenza. La parte visiva, di come si intrecciano le trame, rende facilmente comprensibile la gestione dei paradossi temporali e le implicazioni dei loop temporali.

I periodi storici si intrecciano assieme alle vite dei protagonisti per ricreare eventi che sembrano destinati a ripetersi in eterno. Almeno fino all’arrivo dello Straniero, un personaggio misterioso che tenta di modificare il ciclo eterno in cui Winden è bloccato.

DARK non è una serie lineare, con un protagonista e un cattivo. L’intera città è coinvolta e tutti, o quasi, i personaggi che appaiono sullo schermo hanno un ruolo fondamentale all’interno della trama. Le famiglie Kahnwald, Nielsen, Doppler e Tiedemann sono quelle maggiormente colpite ma non sono le uniche a influenzare la linea del tempo.

Lo so, sembra complicata da capire. Non volendo fare spoiler non è semplice spiegare. Ogni personaggio ha una linea narrativa be definita, fatta di amori, segreti, errori e momenti cruciali. Ognuno è in qualche modo connesso agli altri e ne influenza il destino. Non ci sono riempitivi inutili, scene fatte a favore del senso di wow o inutili complicazioni immotivate alla LOST. Tutto ha un senso, ma bisogna aver la pazienza di arrivare al punto in cui viene palesato.

DARK è una serie tedesca, di gran qualità. Un prodotto che porta la capacità cinematografica europea allo stesso livello di quella d’oltreoceano, ma senza cadere nelle americanate tipiche di quando vogliono allungare il brodo. È la dimostrazione che la fantascienza non è a solo appannaggio dei prodotti made in USA.

Certo, non è perfetta e necessita di un minimo di apertura mentale per essere apprezzata. Bisogna familiarizzare con una recitazione dura, con i nomi diversi dai soliti John, Mark etc… e fare i conti con una colonna sonora e una fotografia che escono dalla zona di confort. La gestione del ritmo narrativo è più vicina al poliziesco e il gioco emotivo dei personaggi sfiora la soap-opera, ma sono proprio queste differenze a dare a DARK una connotazione di originalità.

Per chi volesse lascio il trailer della prima stagione e attendo di conoscere la vostra opinione.

A presto

Delos

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