Recensione Lady Lava di Diletta Crudeli

TRAMA DI LADY LAVA

In un futuro imprecisato, la sovraesposizione al sole causa la perdita della ragione. In parallelo, in un passato remoto, alcune creature, incarnazioni di elementi naturali, devono lottare per la sopravvivenza contro un nemico spietato: l’essere umano. Le due storie, come le vite delle due protagoniste Daki e Lady Lava, sono destinate a intrecciarsi in questa favola ecologista, a tratti cruda, che si interroga sulla convivenza tra umanità e forze naturali.

RECENSIONE DI LADY LAVA

Salve amici di LDFO! Oggi vi parlo di un altro tassello che si inserisce nella collana editoriale “I tardigradi”, targata Eris, che si pone l’obiettivo di esplorare il fantastico a tutto tondo selezionando principalmente opere brevi di autori e autrici italiani.

In un mondo futuristico martoriato dal riscaldamento globale, l’esposizione prolungata ai raggi del sole provoca un’insania diffusa negli esseri umani tanto che si trovano costretti a trincerarsi dietro a degli spessi vetri chiamati col nome di “scudi” e a produrre da sé cibo sintetico per il sostentamento, intanto, una misteriosa entità semina il panico tra gli abitanti lasciando dietro di sé una lunga scia di sangue.
Sullo sfondo di quest’ambientazione rovente si alternano le voci della giovane Daki e della leggendaria Lady Lava; leggendo, pertanto, si ha quasi la sensazione di viaggiare su due binari paralleli, ma le loro storie a un certo punto convergeranno.

Lady Lava, mai titolo fu più azzeccato e profetico. Sì, perché forte di una narrazione scoppiettante come lapilli, una favola nera avvincente e rivelatrice sul significato profondo delle connessioni con la natura che ci circonda.
Una novella, di appena 80 pagine, densissima di contenuti e suggestioni che pare imperniarsi su una rivoluzione delle coscienze, o forse sarebbe più corretto dire eco-coscienze. Si colloca in un tempo indefinito nell’era dell’Antropocene e il suo punto di forza risiede nelle vibes favoleggianti che conferiscono un’atmosfera sospesa sulla dimensione del sogno grazie, soprattutto, all’etereo connubio di forze naturali antropomorfe con l’uomo che cerca di raggiungere una consapevolezza del senso della natura.


Un racconto multigenere per la compresenza di cli-fi – una combinazione di fantascienza e climate fiction – e sfumature a metà tra il new weird e il grottesco che si legge in un pomeriggio; forse è proprio la brevità quella che mi ha fatto storcere un po’ il naso, accadono tante cose troppo in fretta e ciò dà quasi la sensazione di aver schiacciato su “fast forward”; da lettrice avida quale sono mi sarebbe piaciuto un maggiore approfondimento, un “di più” a 360° su quanto concerne introspezione dei personaggi e sprazzi del worldbuilding proprio perché sono stata catturata da scrittura e intreccio.
Diletta Crudeli dà prova di una grande sensibilità narrativa offrendo al lettore una storia ben congegnata e che guarda a un orizzonte non così lontano come si pensa, lasciandoti in balia di sogni inquieti.

Elisa R

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