Recensione Paradise

Paradise è un thriller sci-fi del 2023, un distopico tedesco dalle tinte scure. Disponibile su Netflix, mostra un futuro quasi perfetto, dove il tempo è l’unica ricchezza che conta.

TRAMA

Aeon è una società multimiliardaria che, sotto la guida della fondatrice Sophie Theissen, ha scoperto il modo di trasferire ai ricchi gli anni di vita sottratti ai poveri a fronte di un conguaglio in denaro. Max Toma lavora per Aeon, è uno dei sui venditori migliori e passa le sue giornate nei campi profughi per acquistare anni di vita da trasferire ai clienti della società. Lui e sua moglie Elena vivono felici, fino a quando un grosso debito obbliga sua moglie a cedere 40 anni della propria vita.

RECENSIONE PARADISE NETFLIX

Il film inizia mostrandoci un futuro finto utopico. Un posto in cui i ricchi vivono in città sostenibili, dove tutto funziona e l’aria profuma di erba fresca, mentre i poveri sono stipati nei campi profughi in attesa di ricevere un visto d’ingresso, che spesso non arriva. Max si muove tra la disperazione, acquista decenni di vita dai più giovani in cambio di enormi somme di denaro. È bravo nel suo lavoro, sigla contratti promettendo ai rifugiati abbastanza soldi da poter cambiare vita, gioca con le speranze delle persone per ottenere il premio di miglior venditore dell’anno.

Max crede ciecamente nell’azienda, sostiene la politica di Aeon a spada tratta e si gode il lusso del suo benessere assieme a Elena. Sogna di avere figli, di acquistare una casa al lago e di vivere sopra la povertà per sempre. La sua vita è quasi perfetta, almeno fino al giorno in cui il mondo gli crolla addosso.

Per saldare un grosso debito sua moglie Elena si trova costretta a versare 40 anni di vita, tutti assieme. Una mattina ha trent’anni e quella successiva ne ha settanta. Un cambiamento drastico, che sgretola il loro rapporto e che mette in modo la ruota della disperazione e della consapevolezza di Max. Improvvistamente, ciò che fa la Aeon non gli sembra più tanto giusto. Non critica più chi si lamenta di aver perso anni di vita e nemmeno chi combatte contro la multinazionale per fermarne le attività in nome dell’etica.

Paradise è un film con una buona sceneggiatura, che non punta all’effetto wow ma che cerca di spingere il pubblico a pensare agli eventi e ai risvolti di ciò che stanno vedendo. Nonostante vi siano alcune scene d’azione e un paio di colpi di scena, la storia è stratificata come gli anelli di una cipolla. A ogni nodo narrativo emergono nuovi elementi che lentamente dipanano le sottotrame che reggono gli eventi principali.

Con una fotografia patinata, in cui tutto sembra spegnersi assieme alla vita delle persone, Paradise è un film tedesco molto interessante. Privo dello sviluppo narrativo copia-incolla riscontrabile in moltissime produzione americane, riesce a tenere alto l’interesse grazie a un sapiente utilizzo dei tempi scenici e delle rivelazioni. Il viaggio dell’eroe è incerto, così come il risultato finale e le motivazioni che muovono i personaggi per tutto il film.

Paradise ci mostra un futuro in cui il benessere e la sostenibilità sono il rovescio di una medaglia fatta di prevaricazioni sociali, lotte per i diritti umani e nuove forme di disperazione. Boris Kunz, il regista, da alla pellicola un taglio cinico e disincantato, esplora l’utopia attraverso la distopia di chi deve sorreggerla a costo della vita.

Consigliato.

A presto.

Delos

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