Recensione Membrana di Chi Ta-Wei

Membrana, scritto da Chi Ta-Wei e pubblicato da ADD editore, è un libro davvero molto interessante che ci propone quello che è un tema ormai classico della narrativa di genere: il mondo dopo i cambiamenti climatici.

La mano è quella di un autore cinese che ha persino anticipato i tempi, scrivendo quest’opera già nel 1995 e che ritorna oggi, più attuale che mai.

Membrana: la trama del libro

recensione membrana

Anno 2100, il mondo non è più come lo conosciamo. Gli esseri umani non possono più vivere in superficie e sono costretti ad abitare una città in fondo alle acque chiamata semplicemente “T”.

Centinaia di chilometri quadrati distesi sul fondo dell’Oceano Pacifico, con solo una sottile “Membrana” che separa l’aria dal mare, a proteggere i suoi abitanti.

All’interno, sono gli androidi ormai a fare i lavori più duri, mentre il resto della popolazione vive perennemente controllata dalla tecnologia imperante, divisa in classi predefinite dove la maggior parte è costretta a condividere spazi angusti e una diffusa scarsità di viveri.

In questo contesto, la protagonista della storia, Momo, passa le sue giornate tra il suo monotono lavoro e una vita introversa in cui solo la sola compagnia è quella della sua gatta.

Per questo la routine a cui è abituata viene completamente stravolta quando si ripresenta alla porta la madre, che dopo vent’anni di assenza apparentemente immotivata, la convince ad unirsi a lei per cercare un androide scomparso.

Questo viaggio sarà qualcosa che cambierà per sempre non solo la coscienza di sé, ma anche l’approccio alla vita nella città, tanto da condividere il percorso del gruppo ribelle che, scoprirà, cercavano come lei l’androide rapito, con uno scopo ben preciso: l’androide è senziente e questo potrebbe rivoluzionare tutto.

La recensione di Membrana

Sono tanti gli spunti interessanti presenti in questo romanzo, che come molte opere cinesi, per evocare una certa dose di emozioni e sensazioni nel lettore, utilizza un notevole numero di metafore ed analogie.

Lo stile di Ta-Wei è in effetti molto complesso e articolato, un linguaggio ricco che regala una certa profondità nella lettura.

Ciò nonostante, risultano chiari i punti che si vuole far risaltare nella storia. C’è da una parte un percorso tipicamente di formazione, in cui Momo passa da donna solitaria e senza un’identità precisa, a una con una coscienza personale definita e uno scopo preciso da portare avanti.

“L’identità è un’illusione, un’immagine che ci creiamo per sentirci al sicuro.”

Questa “trasformazione” è probabilmente il punto saliente del romanzo, perchè l’idea sembra essere quella che nulla debba essere fisso e immutabile, ma tutto è frutto di una continua evoluzione a cui contribuiscono le nuove esperienze.

Cambia quindi l’essere umano, consapevole di quanto sia fragile quella “membrana” che è la memoria, che separa il passato dal presente (“La memoria è una membrana, una pellicola sottile e fragile che può essere facilmente strappata.”) e cambia la città, a seconda di come lo stesso essere umano decida di usare la tecnologia in suo possesso: se per creare una società distopica di controllo totale o se utilizzarla per qualche scopo migliore che possa aiutare tutti a vivere bene.

In questo senso l’autore, non vuole darci tutte le risposte ma, anzi, ci lascia aperto il finale come aperta è la strada per il futuro quando siamo finalmente riusciti a trovare il nostro posto nel mondo.

Marco

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