Recensione Kallocaina – Il siero della verità di Karin Boye

TRAMA DI KALLOCAINA

“Kallocaina” è un romanzo distopico scritto dalla scrittrice svedese Karin Boye nel 1940. Ambientato in una nazione chiamata lo Stato Mondiale, la storia si svolge in una società guidata da un regime totalitario. È un esempio emblematico della reazione degli intellettuali occidentali all’esperienza sovietica, interpretata come una invadenza intollerabile dello Stato sulla libertà individuale. Su questa lunghezza d’onda troviamo anche le opere di Orwell o di Huxley.
La società immaginata da Boye è appunto una società oppressiva e umiliante, che cerca in ogni modo di ottenere il controllo assoluto sui cittadini i quali sono costantemente monitorati e devono servire lo Stato e obbedire senza mai sollevare dubbi o perplessità. Ogni spostamento e ogni incontro devono essere preventivamente segnalati e autorizzati.

Il protagonista è Leo Kall, uno scienziato chimico sposato e padre di tre figli che di giorno opera come ricercatore e di sera è costretto a svolgere il servizio militare.
Leo Kall inventa un siero chiamato Kallocaina, che è in grado di indurre le persone a dire la verità senza limitazioni o reticenze. Si spera così non solo di ottenere la confessione da parte dei delinquenti ma anche di controllare i pensieri più reconditi dei cittadini. Il siero, dunque, viene utilizzato dallo Stato per mantenere il controllo sulla popolazione e garantire sicurezza e stabilità. Tuttavia, esso mette in discussione la privacy e la libertà individuale.

RECENSIONE DI KALLOCAINA

“Capiamo e approviamo – scrive Boye – che lo Stato è tutto, il singolo niente. Capiamo e ci inchiniamo perché la maggior parte di ciò che chiamiamo “cultura” – escludendo le conoscenze tecniche – è un lusso da lasciare ai tempi senza pericoli incombenti (tempi che magari non torneranno neanche più). Quel che resta è l’istinto di conservazione, e il conseguente bisogno di un sistema militare e poliziesco sempre più sviluppato. Questa è l’essenza dell’esistenza dello Stato. Tutto il resto è marginale.”



La trama si sviluppa quando Leo Kall inizia a dubitare del sistema in cui vive e a interrogarsi sulle conseguenze della sua stessa invenzione. Soprattutto quando costringe anche la moglie ad assumerla e si trova così di fronte a un inquietante problema di coscienza.
Attraverso il suo personaggio, il libro esplora temi come la libertà individuale, la manipolazione del potere e la ricerca della verità. Certo non si tratta di un romanzo ricco di azione o di colpi di scena, anzi il lettore deve affrontare lunghe discussioni, e pagine riflessive decisamente lente. Tuttavia il romanzo se inquadrato nel suo tempo e nel suo contesto risulta sicuramente utile per comprendere un aspetto importante della distopia nel XX secolo, quella suscitata dal rapporto con le società totalitarie.

STEFANO ZAMPIERI

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