Recensione La società dei rimandati a settembre

Il tema dei Viaggi nel Tempo è qualcosa che abbiamo visto molte volte in ambito fantascientifico, ognuno con la sua particolare declinazione. Quella che mette in scena Guido Tortorella con il suo “La Società dei rimandati a settembre”, può sembrare come qualcosa di già visto agli appassionati del genere, eppure riesce perfettamente a trasportarci in questo viaggio a ritroso, inserendo anche qualche spunto originale e particolarmente interessante.

La Trama del libro

La trama di questo “La società dei rimandati a settembre” si potrebbe racchiudere in una semplice logline:

  • Due uomini di quarant’anni si ritrovano catapultati indietro nel tempo ai giorni del liceo e dovranno scegliere se ripetere tutto da capo per non perdere i loro affetti o intraprendere una nuova vita.

E in effetti quello che sembra al principio è esattamente questo. Una storia non troppo originale di due persone che si ritrovano a rivivere un periodo del passato, dovendo necessariamente fare scelte drastiche e non sempre felici.

Dei due, uno arriva da un futuro dove era perfettamente realizzato, con un lavoro e una bella famiglia al seguito, l’altro invece stava vivendo momenti difficili sia per gli affetti sia per la salute.

Proprio questa loro differenza li porterà a vivere in maniera opposta questa nuova situazione, in cui si accorgeranno che non tutto è come avevano visto nei film. Non solo non potranno utilizzare al meglio le loro conoscenze future (vedi il famoso libro dei risultati sportivi di “Ritorno al Futuro”), ma si accorgeranno presto che non sono nemmeno gli unici a essere stati trasportati indietro nel tempo.

Recensione La Società dei Rimandati a Settembre

recensione la società dei rimandati a settembre

Come ho già detto diverse volte, sono sempre interessato quando un autore non di genere si cimenta con temi di fantascienza, specie se super utilizzati come questo dei viaggi nel tempo.

Tortorella in effetti è più affine al mondo del cinema e del teatro (di cui è autore e regista) e questa sua capacità la si nota nei dialoghi e nelle rappresentazioni molto curate dei personaggi.

Il timore in questi casi, è che l’autore non si renda conto di quanto e quante volte questi argomenti siano già stati trattati, finendo per proporre una serie di cliché in merito che possono risultare decisamente poco originali e interessanti.

Ecco, non è questo il caso. Seppure il punto di partenza sia chiaramente già visto e rivisto, Tortorella non è interessato tanto a esporci le dinamiche classiche dei paradossi del tempo (anzi, è bravo a svincolarsi proprio da quello che solitamente è il punto centrale: come utilizzare le conoscenze del futuro per fare soldi nel passato… ma non vi dico altro per non rovinarvi la sorpresa), quanto ad approfondire quali motivazioni spingono i personaggi a effettuare determinate scelte per mettere in scena il loro nuovo presente.

A ogni scelta infatti, corrisponde come sappiamo un nuovo filone di realtà, con qualcosa in più magari, ma anche sempre una rinuncia da fare: salvare qualcuno potrebbe voler dire perdere qualcun altro.

Il confronto tra ciò che si aveva, tra ciò che si amava, con quello che potremmo avere o potremmo amare. Vivere una seconda volta, con la mente di un adulto, situazioni che ci sono accadute in età adolescenziale, può non essere come ce lo immaginavamo. Quello che sembrava bello, potrebbe non esserlo poi così in fondo. E viceversa.

A sorprendere poi, è lo stile dell’autore, che come detto ha forti radici di sceneggiatura per cui tutto fila via liscio quasi come vedendo un film, trasportati dai dialoghi e da un ritmo sempre piuttosto alto. La storia si sviluppa proprio alternando il punto di vista dei due personaggi principali, facendoci così scoprire il pensieri dell’uno anche tramite gli occhi dell’altro. In un confronto opposto di idee e di azioni, che portano ad altrettante opposte scelte di vita.

Un libro che mi ha decisamente coinvolto, capace di farmi sorridere così come pensare. Per questo indicato a un pubblico di un range molto ampio, che voglia intrattenersi con una storia piacevole e non sofisticata, ma disponibile anche a livelli di lettura più profondi.

A presto!

Marco

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