Recensione di Metax di Antoine Cossé

TRAMA DI METAX

Nella distopica città di Ronin, il Metax comincia a scarseggiare. L’ingegnere capo, responsabile della ricerca e dell’estrazione del prezioso materiale, essenziale per la sopravvivenza del regno, è alle strette, pressato dai tirapiedi del Re: solo dal suo successo nel trovare altro Metax dipende la salvezza e la prosperità della città di Ronin. Come se non bastasse, una strana malattia colpisce la popolazione e un gruppo di ecoterroristi minaccia l’ordine stabilito, rallentando gli scavi con sabotaggi e attentati ma anche mostrando che, forse, un’altra via esiste. Che la soluzione all’esaurirsi del Metax non è cercare altro Metax, né scavare più a fondo, ma immaginare un’esistenza nuova. In questo racconto tra fantascienza e fantasy, tra thriller politico e critica ecologica, Antoine Cossé sublima il suo stile cinematografico in poesia visiva. La metafora sullo sfruttamento delle risorse naturali si accompagna alla riflessione sulla resistenza, il futuro è incarnato da una cellula clandestina di bambini antisistema e lo svelamento finale non è una risoluzione ma una danza, una canzone, un colore. La bellezza.

RECENSIONE DI METAX

Giunge in Italia grazie a ADD editore e con la traduzione di Claudia Durastanti: Metax di Antoine Cossé.
Una trasposizione fumettistica che racconta una storia profonda e complessa.


Ronin è una città-stato che vive dell’estrazione del Metax – una risorsa naturale ormai indispensabile per la vita e l’economia del regno – si trova ora di fronte a una crisi senza precedenti: le riserve si sono esaurite. La popolazione è scossa da questa scoperta e, come se non bastasse, una misteriosa malattia trasforma le pupille degli infetti in stelle. È compito dell’ingegnere capo ideare rapidamente una soluzione per ripristinare il benessere della comunità.
Intanto, in questo clima di incertezza, un gruppo della Resistenza si muove nell’ombra, cercando di colpire ciò che resta della stabilità del regno.

“Metax” non è un semplice passatempo, ma rappresenta una vera prova intellettuale che richiede al lettore un coinvolgimento attivo. Antoine Cossé diventando una sorta di demiurgo, attraverso testi e illustrazioni, ci trasporta in questa città distopica e proprio nel bel mezzo di un intrigo politico, ciò conferisce all’opera un taglio da eco-thriller.
Prima di addentrarci nelle tematiche trattate, desidero dedicare un momento alle tavole.
Queste si distinguono per uno stile morbido e suggestivo, caratterizzato un’impronta stilistica distintiva. L’impiego dell’acquerello slavato, unitamente alla scelta cromatica iniziale di una palette di colori limitata al nero e al seppia, che solo successivamente evolve verso un’esplosione di colori, contribuisce a enfatizzare e a definire con maggiore precisione profondità e atmosfera. L’artista crea un vero e proprio gioiello di messa in scena grafica, privilegiando i disegni piuttosto che i dialoghi – scritti in un corsivo “bambinesco” – questi rimangono scarni e sparuti determinando una narrazione dilatata. Un approccio che va ad accentuare la potenza visiva dell’arte, riducendo l’uso del testo si dà maggiore risalto al tratto e al colore.
Alcune sequenze grafiche sono memorabili poiché trasportano in un mondo naturalistico che porta le cicatrici dell’intervento umano; il paesaggio, negli anni, ha subito una metamorfosi drastica: le trivellazioni hanno trasformato questa terra in una landa che ricorda i crateri lunari.
La frenetica ricerca del Metax diventa una metafora potente per sollevare interrogativi sull’impatto che l’uomo esercita sull’ambiente; invita a una transizione verso interventi più ecologici e sostenibili, che si distacchino dall’approccio di sfruttamento intensivo del territorio che può, inevitabilmente, portare all’esaurimento delle risorse naturali, dà spazio anche a una riconsiderazione sul ruolo e sulle responsabilità che abbiamo nei confronti del pianeta.
Un dramma futuribile che pone questi e altri interrogativi su tematiche sociali e impegnate: condanna allo smodato consumismo e all’avidità, viene messo in luce quel capitalismo che, pur di accaparrarsi un profitto, conduce a decisioni non etiche che implicano il disfacimento dell’ecosistema.
Una graphic novel stimolante che non si limita solo a raccontare una storia per immagini, ma che è anche riflessione politica sul verosimile declino di una piccola società, apparentemente ideale, la quale può persistere soltanto rinunciando a se stessa.

Elisa R

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