RECENSIONE: “L’unica innocua meraviglia” di Brooke Bolander.

Trama

“Vedranno il nostro brillare e sapranno la verità. La cosa che quel vecchio elefante non capiva – e come avrebbe potuto? – è che gli umani non sono sempre interessati ad affrontare la verità.”

All’inizio del XX secolo un gruppo di operaie del New Jersey moriva per avvelenamento da radiazioni. Nello stesso periodo, un elefante veniva condannato a morte per elettrocuzione a Coney Island. Così è scritto sui libri di storia.
Brooke Bolander intreccia i due eventi per dare vita a un futuro alternativo, un passato mitologico, una storia di rabbia e ingiustizia, di catene che si spezzano e sorellanze inaspettate, di elefanti che brillano nel buio e del futuro che possiamo creare.

Recensione

Si aggiunge un nuovo importante tassello alla collana “42 nodi” della casa editrice Zona 42.
Una novelette nella quale Brooke Bolander sceglie come ambientazione un mondo in cui l’avidità e la supremazia degli uomini sta danneggiando irreparabilmente ogni legame con la natura e gli animali, a subirne gli effetti, incapaci di contrastarli, sono gli elefanti e – ironia della sorte – gli stessi esseri umani.
In circa 130 pagine l’autrice riesce a racchiudere i principi chiave legati al simbolismo degli elefanti: saggezza, nobiltà e imponenza ma anche quel profondo spirito di abnegazione che li caratterizza. Se dovessi scegliere un solo aggettivo per descrivere la prosa della Bolander sarebbe senza alcun dubbio: moderna. La sua è una scrittura versatile, quasi tridimensionale, e decisamente avversa a ogni forma di conformismo, con slanci molto vicini alla prosa poetica.
L’elemento propriamente tecnologico è in realtà inesistente, ma si respira per tutta la durata della lettura un clima asfissiante e dalla proiezione pessimistica tipicamente distopica.
Uno dei punti di forza del libro è racchiuso nell’impalcatura sulla quale si snoda la narrazione, che è stabile e coerente. Nonostante l’esiguo numero di pagine, sono diverse le voci che si intrecciano conferendogli l’accezione di romanzo corale. Si viaggia su due binari che presto convergeranno; da un lato lo sguardo è orientato sul patrimonio di leggende dal sapore ancestrale, quasi fiabesco, che riconosce protagonista indiscussa l’Irsutamadre-Dalla-ZannaSpezzata e dall’altro su questo cinereo futuro che conferisce ai pachidermi il ruolo non desiderato di vittime impotenti, legate al giogo delle esalazioni da radio.

Di notte, quando la luna si trascina dietro la montagna e la terra si fa scura come pelle bagnata, brillano. C’è una storia dietro. Non importa quanto lontano camminerai, mia amatissima cucciola sognante, ti trascinerai sempre il passato attorno alla caviglia, una catena spezzata che il tempo non può sciogliere.

La componente inedita è contenuta nel fenomeno che vede elefanti senzienti e umani in grado di comunicare con loro attraverso il linguaggio dei segni, ma anche nella combinazione vincente tra credenze popolari e verosimiglianza nel futuro sul quale si muovono i vari attori.
Tuttavia vi consiglio di non fermarvi alle apparenze L’unica innocua meraviglia non parla solo di elefanti radioattivi, nasconde molto molto di più.
Non c’è clemenza.
Rancore misto a rabbia, voglia di rivalsa e improbabili sodalizi sono i cardini di una parabola sorprendente e underground sulla rivincita degli oppressi che non lascerà scampo alcuno.

Elisa R

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