Recensione Epica, Etica, Etnica, Sanitas di Lukha B Kremo

Buongiorno, gente in fissa con la fantascienza e la distopia. Eccovi un’altra avventura: essere sparati nel metaverso di Kremo, grazie al racconto lungo “Epica, Etica, Etinca, Sanitas“. Un richiamo alla musica degli anni ’80 e ai CCCP, ma non siamo qui per discutere di album, bensì per la recensione.

TRAMA

La quasi totalità del genere umano vive nelle cubocliniche: alveari tecnologici in cui i corpi vengono accuditi da macchine mentre la mente vaga nel metaverso. Un luogo in cui si può essere ciò che si vuole, in cui non esiste dolore, sofferenza o malattia.
Una realtà artificiale in cui la vita si perde e l’umanità scompare. Un luogo di svago o di redenzione, che ha come unici sorveglianti i medici addetti alle cubocliniche. Sono loro che si prendono cure dei corpi inerti, che controllano la felicità dei pazienti e che ne giudicano le loro scelte. Sono giudici e giurie di un mondo effimero in cui, forse, anche loro vorrebbero scappare.

RECENSIONE “EPICA, ETICA, ETNICA, SANITAS”

STORIA

Recensione "Epica, Etica, Etnica, Sanitas"
Lukha B. Kremo
N. 23 Dystopica
Delos Digital Edizioni

Si tratta di un racconto lungo, come tutte le opere della collana Dystopica (Delos Digital Edizioni) e, di solito, in racconti del genere, la storia parte subito in quarta per attirare l’attenzione del lettore.
Non è questo il caso. Nelle prime pagine l’autore si sofferma molto di più sul mondo che ha creato, con diversi pov da dare un’idea di quello che è successo all’umanità: il 95% della popolazione si trova nelle cubocliniche, per scelta o perché condannate, a vivere in un universo mentale: il metaverso. I pazienti sono perennemente dormienti su un letto della clinica, supervisionati da un medico e, soprattutto, dalla macchina che misura e controlla i parametri vitali.
Nel metaverso ognuno può essere chi più desidera, basta avere abbastanza crediti da spendere. Un mondo ideale, dove di solito la felicità – il livello di soddisfazione – è alta, anche se non mancano perversioni e piacere nel procurare dolore altrui.
E, diciamocelo, gli esseri umani hanno tutti qualche desiderio impronunciabile. Il metaverso è il posto perfetto per tutti, da chi desidera tranquillità e mancanza di sofferenza, a chi ha desideri che nella vita reale sarebbero irrealizzabili.
Molto meglio della realtà dove i corpi dei personaggi sono per lo più atrofizzati a causa dei lunghi periodi trascorsi da immobili.

PERSONAGGI

Ci sono tanti personaggi per essere un racconto. Tanti da pensare all’inizio che non esistesse un vero e proprio protagonista, che il personaggio principale fosse appunto il mondo nel quale si svolge la storia.
Ma alla fine si incastra tutto.
Nonostante la brevità della lettura, l’autore è riuscito a dare un minimo di carattere a tutti i personaggi. Quasi tutti allo stesso livello, nessuno prevale sull’altro. Il motivo si capirà nel finale, che non ho intenzione di svelare.
Impresa non facile in così poche pagine.

STILE

A livello tecnico, abbiamo la terza persona limitata, alternata tra i vari punti di vista. Si passa dal presente al passato, a seconda se si narrano vicende della vita reale o del metaverso.
La lettura è scorrevole e senza intoppi, qualche riflessione qua e là che dà al lettore la scelta di contemplare vari concetti o di continuare a scorrere le pagine senza pensarci e godersi semplicemente la storia. Linguaggio semplice senza fronzoli inutili.

MESSAGGIO

Il riferimento ai social dei giorni nostri è evidente, il lettore non può non fare il paragone. L’umanità preferisce la rete, i social o il metaverso alla realtà: c’è quel piccolo ma enorme particolare di poter scegliere che vita fare, cose che nella realtà non sempre accade. O comunque è molto più difficile.
C’è quindi un focus verso il fallimento della società che non ha saputo tenersi unita, forse proprio a causa della natura umana, non così pura come vogliamo credere.
Una piccola speranza leopardiana tuttavia si intravede tra le righe di Kremo, ma non voglio spoilerare il finale. Perciò fidatevi.

CONCLUSIONE

Ho divorato il racconto: okay, sono poche pagine, ma comunque sono molto scorrevoli, che danno l’impulso di continuare.
Una lettura dal contesto simile, anche se con spruzzi di fantasy è Life/Death dei gemelli Twins.

Ottima lettura. Il mio giudizio, per quel che vale, è positivo.

Alex Coman

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