Recensione Dopo il tempo. Visioni del fantastico italiano di AA. VV.

TRAMA DI DOPO IL TEMPO

Gli anni in cui viviamo sono caratterizzati dall’uso di una parola: Antropocene. Il futuro è cambiato, e con esso l’immaginario, a partire dai tanti segnali che ci suggeriscono come oggi l’impossibile sia possibile, dalla pandemia globale ai cambiamenti climatici. Si è sempre provato a pensare al futuro rappresentandone le infinite possibilità, ma oggi, al tempo in cui il punto di non ritorno sembra essere ormai dietro di noi, verso dove si potrà dirigere l’immaginazione?
E che rapporto avrà con la scienza, con i nuovi progressi della tecnica e i nuovi elementi che abbiamo a disposizione per analizzare – e talvolta influenzare – la realtà? Questo libro, attraverso otto testi di autrici e autori, si propone di mettere assieme la dimensione scientifica e quella dell’immaginario letterario, proponendo altre direzioni per il fantastico italiano.

RECENSIONE DI DOPO IL TEMPO

Salve amici di LDFO! Oggi ho il piacere di proporvi le mie considerazioni su una raccolta di racconti davvero valida.
Effequ è una delle realtà editoriali italiane che mi stupisce sempre per la scelta ragionata e spesso vincente dei testi presenti nel suo catalogo.
In “Dopo il tempo” ci viene presentata una rosa di otto storie autonome, ricche di contaminazioni, il filo rosso determinante che le accomuna è l’essere improntate in un’ottica della sostenibilità.
Nell’introduzione, a un certo punto, Angelo Gioè scrive:

“[…] cosa deve fare la scrittura per aiutare la cultura della sostenibilità al tempo dell’Antropocene?”.

Ed ecco che nasce la presente antologia, ideata e prodotta in occasione della Settimana della Lingua Italiana nel mondo (XXIII edizione) in sinergia con l’Istituto italiano di cultura a Melbourne e del CO.AS.IT.

Vi mostro l’indice completo dei contenuti mentre, giusto per solleticare la vostra curiosità, vi parlerò più nel dettaglio di due dei racconti qui inclusi.

• Mycorrhiza di Laura Pugno
• Erre Erre Ci di Laura Pariani
• Real water di Elena Varvello
• Lezione di Tenebra di Matteo Meschiari
• Vanda e il commissario di Davide Morosinotto
• Come nacque il Grande Dizionario Atemporale di Nicola Fantini
• Futuribile di Valerio Varesi
• L’Ipotesi Zaytsev di Maurizio Corrado

Mycorrhiza di Laura Pugno, il racconto d’apertura della raccolta, è un percorso narrativo in versi di grande impatto, nel quale viene tratteggiato un mondo arcano in cui c’è penuria di aria pulita, l’ossigeno è merce preziosa messa in vendita al mercato nero. Innescando quella che mi piace definire un’esplorazione del “fuori”, selvaggio e impervio per l’uomo, il fulcro di questo poemetto è rappresentato da Miriam e dalla Natura, quest’ultima diventa parte attiva, anzi, vero e proprio mezzo di connessione con l’essere umano in un’accezione fungina. Pur essendo scritto in forma poetica risulta immediato e alla portata di tutti, Laura Pugno con piglio ispirato tratteggia ogni anfratto di questo selvatico e complesso scenario distopico profondamente immersivo.

Altro racconto che mi ha molto colpito è Lezione di Tenebra di Matteo Meschiari.
Ci troviamo nel momento culminante di un congresso tra eruditi, ad avere la parola è Michelangelo Molinari che con grande carisma, in un lungo monologo, riporta notizie, andando a ritroso fin nel Pleistocene, dei quasi-uomini che hanno dovuto lottare strenuamente per la sopravvivenza dove, a un certo punto della Storia, i cacciatori diventarono i cacciati in un mondo primitivo, ma soprattutto pieno di insidie.
La prosa di Meschiari è ricercata, volta a manifestare il bagaglio culturale del suo protagonista perfettamente inserito all’interno del contesto. Infatti, si nota una particolare attenzione nella scelta del linguaggio che si riflette anche in una costruzione più complessa e articolata delle frasi.
Il racconto risulta opportunamente anacronistico, dalle allusive reminiscenze darwiniane dando talvolta l’impressione di stare leggendo un’avveniristica e affascinante indagine antropologica.

Quelle riunite in quest’antologia non sono storie epifaniche ma scorci di grande impatto; un’opportunità per esplorare le contraddizioni del nostro presente proiettandole in un tempo “altro”.
La narrativa di immaginazione – altresì definita “di anticipazione” – strizzando l’occhio al progresso tecnologico e alla società in continuo mutamento, in questo specifico caso incentrata appunto sull’era dell’Antropocene, serve anche a ipotizzare cosa lasceremo in eredità a chiunque verrà dopo di noi.
Malgrado non li abbia approfonditi in questo spazio, vi garantisco che anche gli altri autori e autrici si sono cimentati in narrazioni molto valide e graffianti.
Il fantastico italiano non ha nulla da invidiare a quello d’oltreoceano.
Si tratta di una selezione intelligente, storie pulsanti e di ampio respiro nel trattare con sguardo lungimirante alcune delle questioni urgenti e delle inevitabili reazioni a catena che incidono sul progresso e il destino dell’umanità nel bel mezzo di una crisi non solo ambientale.
Chi saprà cogliere il significato intrinseco di questi racconti scoprirà profonde riflessioni sul rapporto fra ecosistema e percezione dell’uomo.

Elisa R

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