Recensione di Saresti così bella di Holly Bourne

TRAMA DI SARESTI COSI’ BELLA

Nel mondo di Belle e Joni ci sono due opzioni, per una ragazza. Seguire le regole della Dottrina come fa Belle, applicare la tua Maschera, curare il tuo Look, incassare le attenzioni dei maschi sempre come un complimento: essere una Bella. Oppure ribellarsi alle imposizioni, come fa Joni: non truccarsi, non badare al proprio aspetto, cercare il riscatto attraverso lo studio. E diventare una Discutibile. Ma se ci fosse un’altra scelta? Cambiare le regole, rivendicare il tuo valore, trovare una via di uscita? Un potente romanzo femminista, un’allegoria senza sconti che apre gli occhi sulla nostra società.

RECENSIONE DI SARESTI COSI’ BELLA

La casa editrice Camelozampa porta in Italia ‘Saresti così bella‘, il romanzo young-adult di Holly Bourne, tradotto con maestria da Sara Saorin. Quest’opera si inserisce nel panorama letterario con un’impostazione distopica, richiamando opere di rilievo come la trilogia ‘Beauty‘ di Scott Westerfeld e ‘Solo per sempre tua‘ di Louise O’Neill.

La bellezza ha un impatto significativo sul comportamento umano. L’autrice britannica, attraverso il suo romanzo, spinge a riflettere su cosa significhi realmente vivere in una società con l’ossessione per la “perfezione” totalmente a carico della donna. Quanto ne vale la pena, soprattutto quando ciò che rischiamo di perdere sono la forza di volontà e l’unicità dell’individuo?

Non sono brutta. Sono solo una persona.

Belle e Joni rappresentano due realtà opposte di un’unica verità.
Belle, aderisce scrupolosamente ai precetti della Dottrina, che impone standard di bellezza sempre più esigenti; Joni, invece, ha scelto di rifiutare apertamente tali norme, risultando perciò emarginata e ostracizzata. Sceglie di canalizzare ogni sua energia nello studio, con la speranza di poter un giorno trasformare dall’interno un mondo che le sta stretto, un mondo che vede la donna unicamente come un oggetto di piacere per gli uomini. Sogna di innescare un cambiamento radicale nella società.
Quando due personalità diverse come le loro si trovano nella situazione di dover interagire, incomprensioni e tensioni sono dietro l’angolo. E se da tali divergenze nascesse un arricchimento reciproco? Davvero è possibile cambiare le cose?

“È una tua libera scelta…” Quante volte sentiamo recitare questa parte della Dottrina? Ma quello che le vostre storie ci dimostrano è che non è una libera scelta. Non proprio. Perché, se non seguiamo la Dottrina, ci sono delle conseguenze importanti. Ci viene negato l’amore. Ci viene negato il lavoro. Ci viene negata l’amicizia. Ci viene negato il rispetto. Ci viene negata la sicurezza. Ci viene negata la visibilità. Non è una libera scelta e dobbiamo ricordarcelo.

In quest’opera narrativa apparentemente frivola vengono sollevate questioni importanti, forse non nuove, ma che non dovremmo mai dimenticare, in particolare per il target di riferimento a cui è destinata. Consiglio vivamente questo libro a un pubblico che va dai 15 anni in su e creare un ponte tra le diverse età. Gli adolescenti troveranno consigli su come barcamenarsi in mezzo alle sfide quotidiane, mentre per gli adulti rappresenta un’ottima opportunità di schiudere una finestra sull’adolescenza, permettendo loro di comprendere e di connettersi meglio con le nuove generazioni.
‘Saresti così bella’ si addentra nel complesso tema dell’ossessione per la bellezza, esaminando come queste forze modellino le nostre esistenze. La narrazione si snoda attraverso un tortuoso percorso che intreccia la speranza e le complessità del diventare adulti, con la ricerca dell’autenticità in un mondo che esercita una costante pressione per conformarsi agli standard imposti. Il libro non si sottrae dal trattare argomenti delicati come i disturbi alimentari, dove i chili di troppo e le calorie vengono etichettati come “peccato” e gli estenuanti esercizi per eliminarli sono definiti “preghiera fisica“. Si affrontano anche il fenomeno inquietante dei deepfake sessuali, della paura dell’invecchiamento, di una misoginia malcelata e delle determinate aspettative nei confronti del comportamento femminile a partire già dal suo abbigliamento.
In un momento cruciale del racconto, l’autrice fa irruzione con una dichiarazione potente: quello che abbiamo davanti non è una distopia, ma un riflesso della realtà nuda e cruda.
Con un gesto che sembra squarciare il velo di Maya, ci costringe a guardare in faccia una verità taciuta, costringendoci a confrontarci con la realtà così com’è, senza filtri o illusioni. Mostra come cose del genere che sembrano uscite direttamente da un’antiutopia e, pertanto, dovrebbero rimanere confinate nei libri e nei film, non dovrebbero mai concretizzarsi. La rivelazione è scioccante; il mondo intorno a noi è sorprendentemente simile a quanto viene narrato qui. Prendere coscienza di ciò funge da campanello d’allarme, spingendoci ad utilizzare gli strumenti a nostra disposizione per affrontare e superare le pressioni e le limitazioni che ci affliggono.
Siamo sfidati a riconsiderare le implicazioni di un ideale di bellezza spesso irraggiungibile e distorto, e come questo influenzi non solo l’individuo ma l’intero tessuto sociale. La narrazione si dipana in maniera avvincente, e con l’avanzare della lettura, si percepisce un crescente senso di indignazione. Bourne dà prova di guardare con sguardo onesto e diretto, soppesando senza sconti le molte manchevolezze della società odierna. Ci invita a rigettare il concetto di assertività, a esprimere opinioni e bisogni senza timore di disapprovazione o rifiuto. L’autenticità e il rispetto di sé DEVONO essere più importanti della voglia di piacere agli altri senza sacrificare la propria identità o benessere. Dobbiamo scrollarci di dosso quella mentalità interiorizzata e consolidata che ci tiene in una sorta di gabbia dorata con il pretesto di preservare la nostra femminilità.
Un inno al potere delle scelte e al non dover essere compiacenti a tutti i costi lungo 448 pagine.

Elisa R

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